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23-08-2006

Bonazzi ha ancora voglia di stupire

Bonazzi ha ancora voglia di stupire
Stefano Bonazzi medita sul prossimo campionato...
Il Gammadue Rubiera più che una squadra di pallamano è un cocktail. Per puntare all'immediata risalita,dopo una storica retrocessione, la società ha puntato su un allenatore emergente,Fabrizio Ghedin,affidandogli una delle
squadre con l'età media più avanzata che la storia della pallamano ricordi. Un'operazione nostalgia che in sede di mercato ha riportato a Rubiera addirittura sette ex (Davide e Filippo Serafini, Daniele Scorziello,Michele
Guerrazzi,Stefano Bonazzi,Gabriele Berselli e Marco Morelli),ai quali vanno aggiunti i volti nuovi di Vladimir Grubacic,Marcello Zanfi,Marco Zoboli e Sandro Usilla.
Stefano "Bomber" Bonazzi,ex Nazionale,Modena,Trieste e Nonantola, all'interno di una squadra esperta (eufemismo) è il giocatore più esperto (eufemismo). La
carta d'identità non mente.
Bonazzi, partiamo dalla sua data di nascita.
«24 agosto del '66. Tengo a precisare 1966,non 1866».
Sorpreso dalla chiamata del Gammadue?
«Un po' sì,lo ammetto,ma credo che la società abbia puntato sui quegli italiani che,negli ultimi anni,avevano ottenuto buoni risultati a Rubiera. Giocatori che sulla carta offrono ancora certe garanzie,anche se il campionato
bisogna giocarlo sul campo».
Con un organico di 20 giocatori, il Gammadue dovrà fare i conti con il turn over.
«La pallamano è uno sport che ti permette di farlo. Quello di A1 poi è un campionato molto lungo e difficile,paragonabile alla Serie B del calcio. Senza bisogno di tirare in ballo gli infortuni,ci sarà comunque posto per tutti. Siamo in tanti,è vero,ma abbiamo caratteristiche diverse l'uno dall'altro, l'allenatore avrà l'opportunità di scegliere la formazione anche in base al tipo di gioco dell'avversario».
Sulla carta non ci sono avversarie con il potenziale di Rubiera.
«Gli stranieri possono fare la differenza, ma a livello di italiani,se devo basarmi sull'esperienza dello scorso campionato,nessuna squadra è "ferrata" come la nostra. Non dobbiamo nasconderci dietro la paura di fare brutte figure, le prospettive sono buone. Anche se è risaputo,in ogni sport, che per la squadra costruita per vincere non è mai facile».
Per Stefano Bonazzi sarà l'ultima stagione?
«Non è detto. Fin che il fisico me lo permette e la voglia di ripartire non manca... Vediamo alla fine del campionato,potrei continuare uno, due, tre, quattro anni... Fin che non scado nel ridicolo... Bisogna sempre mettersi alla prova sul campo, il passato o il nome che ti sei fatto non bastano».
Un 40enne in A1 significa che le nuove leve non sono all'altezza?
«Il problema è numerico. Pochi giovani si avvicinano alla pallamano, manca il ricambio e le società piuttosto che rischiare preferiscono andare sul sicuro».

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